Ipazia,vittima del fanatismo cristiano

"Quando ti vedo mi prostro, davanti a te e
alle tue parole, vedendo la casa astrale della vergine, infatti verso il cielo è rivolto ogni tuo atto Ipazia sacra,bellezza della parola, astro incontaminato della sapiente cultura. »
(Pallada)
Ipazia (Hypatia) di Alessandria fu la prima donna a dare un contributo sostanziale allo sviluppo della matematica.Era la figlia del matematico e filosofo Theon di Alessandria ed è quasi sicuro che ella studiò matematica sotto la guida e l'istruzione di suo padre. È piuttosto importante sottolineare che Ipazia diventò il capo della scuola platonica ad Alessandria, circa nel 400 d.C. Qui, tenne lezioni di matematica e filosofia, in particolare insegnando la filosofia del Neoplatonismo. Ipazia basò i suoi insegnamenti su quelli di Platone, il fondatore del Neoplatonismo e Iamblichus, che fu uno sviluppatore del Neoplatinismo, vissuto intorno al 300 d.C.Platone insegnava che esisteva una realtà ultima, che andava oltre il raggiungimento del pensiero o del linguaggio. Lo scopo della vita è di mirare a questa realtà ultima, che non può essere descritta in modo preciso. Platone mise in rilievo il fatto che le persone non possiedono la capacità mentale necessaria a capire completamente sia la realtà ultima, sia le conseguenze della sua esistenza. Iamblichus distingueva livelli più lontani di realtà, in una gerarchia posta al di sotto della realtà ultima. Esisteva un livello di realtà corrispondente ad ogni singolo pensiero, di cui la mente umana fosse capace. Ipazia insegnò queste idee filosofiche con un'enfasi scientifica maggiora rispetto ai seguaci del Neoplatinismo. Viene infatti descritta, da tutti i commentatori, come un'insegnante estremamente carismatica.Insegnò matematica, filosofia, astronomia e meccanica e la sua casa diventò un centro intellettuale. Nessuno dei suoi scritti (nati come testi per gli studenti) si è conservato intatto; pare comunque che parte del suo lavoro sia stato incorporato nelle opere di Teone. Si interessò allo studio delle coniche e scrisse una raccolta di tavole sui corpi celesti. Hypatia si interessò anche di meccanica e tecnologia, disegnò strumenti scientifici tra cui un astrolabio piatto, uno strumento per misurare il livello dell’acqua, un apparato per la distillazione ed un idrometro di ottone per determinare la gravità (densità) di un liquido.
Non esiste alcuna prova che Ipazia abbia intrapreso una ricerca matematica originale.Comunque, ella assistette suo padre, Theon di Alessandria, nella stesura del suo commentario, in undici parti, sull' Almagest di Tolomeo. Si pensa anche che ella abbia assistito suo padre nella produzione di una nuova versione de Gli Elementi di Euclide, che diventò la base per tutte le edizioni successive delle opere di Euclide. Heath scrive sulla edizione di Theon e Ipazia de Gli Elementi:
"…mentre gli altri facevano solo aggiunte insignificanti al contenuto de Gli Elementi, egli tentava di rimuovere le difficoltà che potevano essere incontrate dailettori, durante lo studio del libro, come avrebbe fatto un editore moderno nell'esaminare un libro di testo classico per uso scolastico; e non c'è alcun dubbioche la sua edizione venne approvata dai suoi alunni di Alessandria, per i quali fu scritta, come anche dai Greci, che usarono quasi esclusivamente quella…"
In aggiunta al lavoro svolto con suo padre,Ipazia scrisse commentari sulla Aritmetica di Diofante, sulle Coniche di Apollonio e sulle opere astronomiche di Tolomeo,anche se alcuni storici dubitano che Ipazia abbia scritto commentari su Tolomeo.
Ipazia simboleggiava la dottrina e la scienza, che i primi Cristiani identificavano con il paganesimo. Comunque, tra gli uomini a cui insegnò ad Alessandria, c'erano molti Cristiani importanti. Uno dei più famosi è Synesius di Cirene, che divenne, in seguito, il Bishop di Ptolemais. Molte delle lettere che Synesius scrisse a Ipazia furono conservate e sappiamo che molte furono piene di ammirazione e riverenza per il suo sapere e le sue abilità scientifiche.
Nel 412, Cyril (dopo St Cyril) divenne il patriarca di Alessandria, mentre il prefetto romano di Alessandria era Orestes. Cyril e Orestes diventarono acerrimi rivali politici, come chiesa e stato, che combattevano per il controllo del territorio. Ipazia fu un'amica di Orestes e questo, insieme al pregiudizio che avevano i Cristiani nei confronti del suo punto di vista filosofico, la rese il punto focale dei tumulti tra i Cristiani e i non-Cristiani. Ipazia, scrive Heath,:
"…attraverso la sua eloquenza e autorità…ottenne una tale influenza, che la Cristianità la considerò una minaccia…"
Nel marzo del 415, su ordine di Cirillo di Alessandria, un gruppo di cristiani fanatici sorprese la filosofa mentre ritornava a casa, la tirò giù dalla lettiga, la trascinò nella chiesa costruita sul Cesareion e la uccise brutalmente, scorticandola fino alle ossa (secondo alcune fonti utilizzando ostrakois - letteralmente "gusci di ostriche", ma il termine era usato anche per indicare tegole o cocci), e trascinando i resti in un luogo detto Cinarion, dove furono bruciati.Sono state fatte varie ipotesi circa il movente dei cristiani: la più plausibile, enunciata da vari storici, afferma che la causa indiretta fu il terzo editto del 391 dell'imperatore Teodosio I, che in pratica legalizzava e favoriva la persecuzione anti-pagana, che ovviamente s'intensificò: molti fedeli cristiani si sentirono autorizzati dalla legge teodosiana ad avviare una vera e propria caccia all'uomo nel tentativo di eliminare fisicamente i pagani e di distruggere i loro templi.
In quel momento il vescovo di Alessandria era Teofilo: egli avviò una dura e violenta campagna di distruzione dei templi. In particolare, venne assediato dai cristiani il Serapeo (tempio dedicato a Serapide, divinità greco-egizia che riuniva in sé Zeus ed Osiride). Il vescovo Teofilo ed il prefetto Evagrio, insieme con gli uomini della guarnigione militare, ne iniziarono l'opera di demolizione. Il vescovo Teofilo volle dare il buon esempio colpendo per primo la colossale statua del dio Serapide. Contigua al tempio vi era la biblioteca del Serapeion, la minore delle due di Alessandria (l'altra era la celebre biblioteca del Museo)che fu incendiata dai soldati incitati dai cristiani. Nel 412 Teofilo morì e il suo incarico passò al nipote Cirillo (di cui Teofilo era zio), che divenne tra l'altro anche Patriarca di Alessandria. Come detto sopra,il prefetto di Alessandria Oreste ebbe dei contrasti con Cirillo e fu amico di Ipazia: questa amicizia scomoda gli sarebbe costata cara durante la fase più acuta della repressione. Molti sostengono che il vescovo Cirillo fu responsabile di questo atto vergognoso in quanto "non poteva non sapere". Secondo alcuni, Cirillo fu contrario a questo gesto barbaro, secondo altri invece egli fu il mandante dell'omicidio. In ogni caso, tutto ciò avvenne durante l'impero del minorenne Teodosio II (retto dalla sorella Pulcheria), pertanto dovrebbe collocarsi intorno al 415 dell'era Volgare.
Dopo la morte di Ipazia i suoi fedeli allievi scapparono da Alessandria, abbandonando il tal modo la città al suo destino: di conseguenza il famosissimo centro egizio perse la sua peculiarità di città della cultura.




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